Gli ideali di Jay Danger

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    Siamo negli spogliatoi della O2 Arena di Londra. Per la precisione questo è lo spogliatoio di Jay Danger, che si sta preparando per il suo incontro.
    Vediamo la cintura da Campione Rowdy England poggiata di fianco a lui, su una delle panche.
    Il Thunderboy a primo impatto pare sorridente, ma una più approfondita analisi rivela che quello è un sorriso di circostanza, che nasconde un’amarezza abbastanza insolita per i modi di fare del nuovo campione.
    Jay si siede di fianco alla sua cintura e la osserva per un attimo che pare interminabile, poi ci poggia una mano sopra.


    Jay: “Hai visto, Hiroshi? Sono finalmente riuscito a combinare qualcosa.”

    Passa la mano sulla borchia centrale del titolo, come ad accarezzarlo.

    Jay: “Ed è strano pensare come tutto sia iniziato nel tuo appartamento, mentre ti guardavo giocare ai titoli più disparati.
    Certo, non è la cintura che porti tu alla vita, ma arriverò anche a quella, un giorno.”

    Toglie la mano dalla cintura, ma non le stacca gli occhi di dosso.

    Jay: “Non ho intenzione di dimenticare tutto ciò che mi hai insegnato. Tutto quello che ho imparato stando al tuo fianco mi è stato prezioso per arrivare a questo punto.
    Ma sai, Hiroshi, le persone cambiano.
    Ed io avevo davvero bisogno di cambiare, di reinventarmi. Ma non riuscirò mai a staccarmi completamente da te, Midah o Scarlett. Questo perché voi mi avete forgiato. Mi avete aiutato a trovare la strada che avrei dovuto percorrere. E spesso mi chiedo se sarebbe stato meglio percorrerla tutti insieme.”

    Finalmente si alza di nuovo, e sistema i capelli, legandoli con una fascetta che presenta la scritta “MKF”.

    Jay: “Tutti noi, però, avevamo obiettivi diversi.
    Tu sei riuscito a prendere quel titolo massimo che inseguivi da anni, e quando ti ho visto vincere sono stato davvero felice, ma dopo quella vittoria cosa ti è rimasto?
    Una sequela di avversari che non potevano opporsi a te e alla tua esperienza. Un susseguirsi di incontri dall’esito scontato.
    Però mi hai dato un esempio da seguire.”

    Indossa la sua giacca, e la scritta “Danger Zone” sulla schiena sembra rifulgere grazie all’illuminazione della stanza.

    Jay: “Inizialmente ho puntato subito a te, alla vetta di questo gigantesco monte che è la Valley Death Wrestling. Ed ho fallito, più di una volta, per giunta.
    È da quel momento che ho iniziato a capire che avrei dovuto modificare il mio modo di pensare.
    Le domande che mi sono sempre posto da quel momento sono: cosa farebbe Hiroshi? Come si è comportato lui per arrivare dove è ora?”

    Recupera la sua cintura, e la adagia sulla spalla destra.

    Jay: “Quando mi sono reso conto che le mie vittorie, seppur contro avversari di rilievo, non avevano portato a nulla ho capito.
    Dovevo ripartire dal basso.
    Dovevo ritrovare la grinta che mi aveva permesso di condividere un ring con te. Per questo mi sono recato all’unico posto che poteva aiutarmi a trovare questo stimolo: il Gold Fist Club.”

    Si siede nuovamente, stavolta in una posa più comoda.

    Jay: “Lì ho avuto modo di affinare le mie tecniche e sperimentare nuovamente la gavetta.
    È stata dura, e continuerà ad esserlo, ma grazie all’esempio che mi hai fornito tu sono riuscito a farmi valere, e anche Rob Sheridan se n’è accorto.
    Per questo ora non posso più tirarmi indietro. Devo molto al GFC, a Sheridan, ma soprattutto a te. Per questo stasera dimostrerò che posso dare lustro a questo titolo.”

    Afferra la sua borraccia e fa un paio di lunghi sorsi. Adesso il sorriso che ha sul volto sembra molto più genuino, come se si fosse tolto un enorme peso di dosso.

    Jay: “Farò capire che tra me e Marc Esposito c’è un abisso di ideali che non può colmare con le qualità tecniche di cui può disporre.
    Dimostrerò qual è la differenza tra chi ha davvero preso in mano le redini della sua storia e chi invece sfrutta questo concetto in maniera errata per convincersi di star facendo la cosa giusta.”

    Si alza un’ultima volta, e si può notare dalla sua postura quanto il Sultan of Danger ora si senta più sicuro di sé.

    Jay: “Io non posso definirmi un pilastro della Valley Death Wrestling, nonostante sia qui da molto, molto tempo. Ad oggi, non vedo come possa farlo Esposito.
    Ma voglio darti la possibilità di farmi ricredere, Marc. Dimostrami che puoi davvero essere elevato a colonna portante di questa federazione. Mostrami che le tue convinzioni sono più forti delle mie.
    Porta tutto te stesso sul ring.”

    Dopo aver aperto la porta, fa per andarsene, ma si ferma sull’uscio.

    Jay: “Qualora non avessi intenzione di fare quanto ti ho detto, preparati ad essere sopraffatto da una fenice rinata dalle proprie ceneri.
    Ci vediamo sul ring, Marc. Non deludermi.”

    Le immagini sfumano quando Danger esce dal suo spogliatoio.

    Edited by Drake Style - 25/3/2024, 11:45
     
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